Fino al 28 settembre, la Civica Raccolta del Disegno di Salò, presso il MuSa Museo di Salò, ospita la mostra Fernando Picenni. Luce segreta, dedicata all’intensa ricerca su carta dell’artista bergamasco (classe 1929). In una selezione di ventidue opere, l’esposizione evidenzia come le opere su carta rappresentino, dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso, una svolta decisiva nell’intero percorso creativo del maestro, anche per ciò che riguarda il suo bisogno di un ripensamento tecnico, per realizzare una pittura in grado di raggiungere una potente emozione poetica, in cui possano confluire l’arte e la vita.

Giunto nella Milano del bar Jamaica sul declinare degli anni cinquanta, Picenni strinse amicizia proprio con alcuni di quei giovani artisti, come Dadamaino, Piero Manzoni, Tancredi Parmeggiani, Enrico Castellani e Gianfranco Ferroni, che, seppur secondo diversissime declinazioni, sentivano l’urgenza della costruzione di nuovi linguaggi per l’arte.
E Picenni, convinto della fine dell’ormai esanime stagione informale, nel 1959 dipinge “cadute”, in grado di generare spazi imprevisti e risonanze tonali e timbriche inattese. I suoi spazi poetici, potentemente pittorici, captano l’attenzione e la stima di Lucio Fontana, che acquista tre opere del giovane artista alla sua prima personale al Salone Annunciata nel 1961. Del resto, la natura profondamente poetica di Picenni, lo pone da subito alla ricerca di un modo nuovo di vivere le forme, i colori, le luci, gli spazi, anche in un profondo rinnovamento delle tecniche pittoriche, facendone un ardito sperimentatore.
E sarà proprio alla metà degli anni ‘80, che Picenni realizzerà, per la prima volta su carta, una tecnica originalissima, in cui appare il suo inconfondibile e profondissimo stile poetico, caratterizzato da una pennellata vibrante, quasi asciutta, in grado di realizzare, in un quasi pulviscolo gravitazionale di colore, prodigiosi e profondissimi campi spaziali, animati da una luce segreta.
Quella prima folgorante intuizione di Lucio Fontana, che aveva riconosciuto in Picenni un’anima spazialista, trova conferma in questa pittura, che apre indefinite profondità dentro le opere, ma anche fuori di esse, nello spazio della vita.
Le opere di Picenni sono, infatti, veri e propri spazi emozionali, lirici, il cui primo motore è la fantasia, restituita al nobilissimo ruolo poetico d’inventare immagini complesse, spesso slegate dalla realtà, eppure di quella stessa realtà folgoranti segreti.
Quella del maestro è una fantasia potentissima, sorgiva, in cui non cessano di generarsi, da decenni, originalissime forme, sempre vibranti e immerse nell’alveo di una spaziale morbidezza luminosa.
Al MuSa di Salò, con la curatela di Anna Lisa Ghirardi e Leonardo Conti, sarà possibile addentrarsi in una mostra in cui ogni opera è come una scena, in cui le forme appaiono, dialogano tra loro e, quasi dissolvendosi, si approssimano agli sterminati spazi timbrici cui appartengono, dando alla pittura una struggente intensità poetica.

Completa la mostra un catalogo a cura di Anna Lisa Ghirardi e Leonardo Conti per le Edizioni PoliArt, 2025.

Informazioni
MuSa – Museo di Salò
Via Brunati 9, Salò

ORARI:
da martedì a domenica: 10-18

BIGLIETTI:
9 €

INFO
tel. 0365 20553
info@museodisalò.it
civicaraccoltadeldisegno@comune.salo.bs.it